Invece no. Ci troviamo di fronte ad Adriano, l'uomo. Anzi, l'anziano che rimembra. Il romanzo ha infatti l'impostazione di una lettera che Adriano scrive nei suoi ultimi giorni al nipote. Ma la scrive davvero solo al nipote? Secondo me la scrive più che altro per se stesso. In questa lettera vengono affrontate le questioni dell'Urbe e dell'Impero. Adriano spiega le sue scelte, a volte quasi le giustifica. E poi riflette. Riflette sulla guerra, sulla politica, sull'Uomo, sul corpo, sull'anima e sulla morte.
Non è un romanzo; ma un concentrato di pura poesia.
E credo che ai giorni nostri molte più persone, soprattutto ai piani alti, dovrebbero leggerlo...
E credo che ai giorni nostri molte più persone, soprattutto ai piani alti, dovrebbero leggerlo...
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